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Il Privacy Shield
è il passato

Ecco le 7 domande da porre ora

Il 16 luglio 2020 la Corte di giustizia dell’Unione europea ha dichiarato nullo il Privacy Shield, lo scudo UE-USA per la privacy. Nella motivazione si legge che l’accordo non garantisce una tutela sufficiente ai cittadini* e alle aziende dell’UE in relazione all’accesso ai dati da parte delle autorità americane.

Sanzioni elevate
in caso di infrazioni

A ciò si aggiungono i rischi derivanti dal CLOUD Act (Clarifying Lawful Overseas Use of Data), una legge che consente alle autorità USA di accedere ai dati delle aziende statunitensi e delle loro filiali, anche se vengono memorizzati o elaborati al di fuori degli Stati Uniti.

In qualità di responsabile IT, sei direttamente responsabile dei dati dei vostri clienti, collaboratori e partner commerciali, anche se l’elaborazione dei dati viene affidata esternamente a terzi. Le sanzioni applicate in caso di violazione ammontano fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato mondiale, un livello di pena completamente nuovo. Le autorità hanno inoltre la facoltà di bloccare i trasferimenti illegali di dati. I manager possono essere ritenuti personalmente responsabili e non sempre le assicurazioni D&O (Directors & Officers) garantiscono una copertura adeguata.

Quali sono le misure da adottare? Non sono ancora state fornite raccomandazioni definitive in materia da parte dell’EDPB (Comitato europeo per la protezione dei dati) o della Commissione UE. Per questo motivo abbiamo deciso di riassumere in questa guida le informazioni più importanti. Le 7 domande da porre ora:

I numeri di fax e
gli indirizzi e-mail

sono dati personali

1) Come trasferite attualmente i dati personali?

Con dati personali si intende qualsiasi informazione relativa ad una persona fisica identificata o identificabile: nome, posizione geografica, identificatori online (ad es. indirizzi IP) e fatti relativi all’identità fisica, psichica, economica o sociale, compresi numeri di fax e indirizzi e-mail. La trasmissione dei dati personali avviene, ad esempio, in caso di corrispondenza via e-mail, fax o SMS.

Quindi dovete capire con chiarezza: Quali dati sono in vostro possesso o raccogliete? Dove vengono memorizzati? Chi li elabora e dove vengono trasferiti? E, cosa importante, avete il diritto di fare tutto questo?

Attenzione nell’ambito della
sicurezza e
dell’archiviazione
delle e-mail!

2) Utilizzate i servizi IT di aziende americane?

Alcuni dei possibili candidati sono Google, Facebook, Twilio, Zoom, Slack, Proofpoint, Dropbox, Microsoft e LinkedIn. In caso affermativo, verificate attentamente se l’esportazione dei dati è conforme ai requisiti del GDPR, ad esempio in relazione a sicurezza e archiviazione delle e-mail.

Nonè stata prevista
alcuna proroga

3) Lavorate con aziende che in precedenza rientravano nella copertura del Privacy Shield?

Sul sito web del Privacy Shield Framework troverete un elenco di tutte queste aziende.

Il Privacy Shield non è più valido e non è stata prevista alcuna proroga. Se attualmente lavorate con una di queste aziende, è indispensabile chiarire immediatamente se tali aziende soddisfano i requisiti del GDPR. In caso di dubbi, richiedere una dichiarazione nella quale si conferma che in nessuna fase del trattamento i dati saranno trasferiti negli USA o a fornitori di servizi negli USA.

Non esiste protezione
equivalente
nel caso di
SCC e BCR

4) È possibile sostituire il Privacy Shield con SCC o BCR?

Secondo la dichiarazione dell’EDPB del 24 luglio 2020, la legislazione statunitense non garantisce una protezione equivalente nel caso di SCC (clausole contrattuali standard) e BCR (norme vincolanti d’impresa). Questa valutazione vale anche per i corrispondenti accordi con paesi come Cina o Russia.

Concordare individualmente le SCC e BCR con ogni fornitore statunitense richiede un elevato impegno amministrativo e legale. Inoltre, sono necessarie misure supplementari, anche a novembre 2020 l’EDPB ha emanato solo raccomandazioni preliminari per l’attuazione (attualmente disponibili solo in inglese). I rischi derivanti dal CLOUD Act non vengono invece azzerati dal ricorso alle SCC e BCR.

Elevati ostacoli
in caso di consensi individuali

5) Siete ancora autorizzati a trasmettere dati negli USA secondo le disposizioni speciali dell’art. 49 del GDPR?

In linea di principio, sì, purché siano soddisfatte le condizioni richieste. Gli ostacoli non sono comunque facilmente sormontabili, infatti è necessario che vi sia un consenso individuale fornito in modo esplicito, specifico e informato.

Testo completo dell’art. 49 del GDPR

Revisione del
livello di protezione
dei dati

6) Dove è possibile reperire maggiori informazioni?

  • Domande frequenti sulla sentenza della CGUE (e su SCC/BCR e art. 49 del GDPR) con risposte dell’EDPB.
  • Questionario per approfondire la questione con i fornitori di servizi: è garantito un livello adeguato di protezione dei dati?

Retarus garantisce l’elaborazione
dei dati all’interno
dell’Europa

7) Che cosa fare se siete alla ricerca di una soluzione conforme al GDPR per la comunicazione aziendale?

Cambiate subito e riducete a zero i rischi per la protezione dei dati grazie agli innovativi servizi della piattaforma di Retarus. Perché elaboriamo tutti i dati dei nostri clienti europei esclusivamente nei data center europei, dislocati a Francoforte, Monaco e Zurigo. Garantiamo l’elaborazione intraeuropea anche in caso di failover o durante la manutenzione. Retarus non utilizza gli hyperscaler statunitensi come Google, AWS o Azure. La sede centrale di Retarus si trova in Germania ed è a conduzione familiare fin dalla sua fondazione, senza la partecipazione di società straniere.

Se necessario, potete trasferire il vostro traffico di e-mail, SMS e fax in Retarus Enterprise Cloud nell’arco di 24 ore. Ottenete una rapida panoramica dei nostri servizi e scoprite come vi supportiamo nell’implementazione dei requisiti di conformità.

Conclusione

Il panorama della protezione dei dati è oggi nebuloso e complesso. Non dobbiamo però dimenticare che questa confusione ha anche aspetti positivi: i vostri dati aziendali sensibili verranno protetti in modo migliore. Infatti è il GDPR ad avere la priorità sul resto!

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* Per semplificare la lettura del testo, il documento utilizza solo la forma maschile, anche se è indirizzato a persone di entrambi i generi.