Nero su bianco: Microsoft non è in grado di garantire che i dati europei rimangano in Europa

Nero su bianco: Microsoft non è in grado di garantire che i dati europei rimangano in Europa

Non capita tutti i giorni che Microsoft ammetta pubblicamente che i dati europei non sono al sicuro dall’accesso delle agenzie governative statunitensi.

Tuttavia, questo è esattamente ciò che Anton Carniaux, direttore degli affari pubblici e legali di Microsoft France, è stato costretto ad ammettere durante una testimonianza giurata davanti alla commissione d’inchiesta del Senato francese (trascrizione). Anche se la sua risposta si riferiva “solo” ai servizi gestiti tramite l’agenzia nazionale per gli appalti pubblici UGAP, la sua ammissione ha delle conseguenze più ampie.

In passato abbiamo spesso utilizzato questo e altri canali per ricordare che i fornitori di cloud con sede negli Stati Uniti sono soggetti a leggi statunitensi come il Patriot Act e il CLOUD Act, che impongono alle aziende di collaborare pienamente con il governo statunitense e le sue agenzie di intelligence. Per questo motivo, molti esperti ritengono che sia fondamentalmente impossibile utilizzare Microsoft 365 in Europa senza violare le norme sulla protezione dei dati dell’UE. In effetti, sempre più clienti Microsoft utilizzano le versioni cloud di Office, Exchange e Sharepoint, anche perché la compagnia ha reso progressivamente meno interessanti le opzioni on-premise e a licenza singola.

Microsoft sa bene, ovviamente, che l’incertezza giuridica relativa all’accesso di terzi ai suoi dati o addirittura alla potenziale chiusura dei servizi è da tempo fonte di preoccupazione per i suoi clienti europei, e sfrutta ogni occasione per fugare questi timori. In occasione di un recente evento dell’Atlantic Council a Bruxelles, il responsabile legale di Microsoft, Brad Smith, ha assunto diversi impegni in campo digitale, tra cui la promessa che Microsoft porterà il governo statunitense in tribunale, se necessario, per proteggere i suoi clienti europei da qualsiasi decreto governativo che costringa l’azienda a sospendere o cessare l’accesso ai suoi servizi.

Per una vera sovranità digitale, gli utenti devono naturalmente rivolgersi a fornitori con sede nell’UE. In una recente dichiarazione, il nostro fondatore e CEO, Martin Hager, è andato dritto al punto: “L’approccio migliore è optare per fornitori europei di medie dimensioni che combinano specializzazione e flessibilità”. Dopo le recenti rivelazioni di Microsoft, perché non dare una possibilità ai fornitori locali?

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